In una recente ricerca, McKinsey Company rileva che l’84% dei manager ritiene che l’innovazione sia il fondamento del successo, l’imperativo per la sopravvivenza, specie quando i mercati sono instabili e le situazioni economiche incerte, come nel drammatico momento attuale. Una percentuale maggiore dei manager, il 94%, dichiara poi di essere insoddisfatta dei risultati dell’innovazione, essendo il tasso di successo di nuovi prodotti e servizi non superiore al 20-25%.
Polaroid, Kodak, Nokia, Sun Microsystems, Yahoo, Hewlett-Packard, Blockbuster, Compaq, e ora anche General Electric, sono solo alcune delle grandi imprese che hanno sperimentato queste difficoltà. Altre ricerche sono ancora più pessimistiche. Alcune mostrano che solo un progetto su nove fra quelli sviluppati giunge sul mercato. Di questi, solo la metà, dunque solo un 5%, produce reddito. La maggior parte delle idee iniziali di innovazione, poi, sono messe da parte o abbandonate prima di arrivare alla fase di progettazione. Secondo un’altra ricerca ancora, occorrono mediamente circa 3.000 idee grezze per arrivare a un prodotto realmente innovativo e di successo.

Insomma, il processo di innovazione è un imbuto con una imboccatura molto larga dalla quale entrano un grande numero di progetti e molti investimenti, ma con un collo stretto che lascia uscire solo pochi prodotti di successo e un basso flusso di reddito. Per la maggior parte delle imprese, dunque, l’innovazione è un obiettivo dolorosamente mancato. Cosa è che va così male?
Come ridurre i rischi dell’innovazione? Come innovare senza scommettere?
Il metodo di Epoca aiuta le imprese a innovare riducendo i rischi della scommessa. Per ottenere questo risultato applichiamo uno specifico approccio in tre fasi:



C’è dunque un filo rosso che collega tutte le soluzioni che offriamo qui sotto forma di categorie – nella sezione “Cosa facciamo” – e sotto forma di casi concreti nella sezione “Esperienze”. È questo filo rosso che conferisce omogeneità alle nostre soluzioni.
Quando, infatti, disegniamo un nuovo servizio o sviluppiamo un modello di simulazione per il management o dematerializziamo un processo organizzativo o progettiamo una Smart BI, rispettiamo senza eccezione i seguenti principi:
- Consideriamo il problema un’ipotesi da approfondire;
- Ricostruiamo il Job del cliente;
- Rileviamo come il cliente misura i risultati ottenuti;
- Poniamo al centro l’uomo;
- Adottiamo metodi di progettazione collaborativi;
- Utilizziamo strumentazione visuale;
- Seguiamo un processo iterativo fatto di cicli ripetuti;
- Ci avvaliamo di prototipi, inizialmente grezzi, affinati lungo la strada.
Possiamo così raccogliere i feedback degli utenti e costruire progressivamente una soluzione in grado di bilanciare gli interessi di tutti gli stakeholder. La soluzione, dunque, deve essere sviluppata in co-progettazione con clienti, utenti, fornitori. Deve, inoltre, utilizzare processi e metodi che riducano le forti distorsioni cognitive tipiche dei processi decisionali e favorire lo sviluppo di idee il più possibile condivise da tutti gli stakeholder. È proprio seguendo questa strada e questo metodo che Epoca aumenta, sin dalle fasi di concezione dell’innovazione, le probabilità di successo riducendo il rischio implicito nella scommessa.